Il progetto ha come obiettivo quello di favorire una coltivazione qualitativa dei fiori in terreni al momento incolti e inutilizzati con grande perdita economica per le comunità locali e realizzare un prodotto di qualità che sia riconoscibile e apprezzato.
I fiori, tanto esteticamente belli, tanto preziosi e richiesti sul mercato. Le rose rosse toccano i 69 centesimi, in rialzo sull’anno precedente del 20%, il ranuncolo che si ferma a 30 centesimi ma con un balzo di oltre il 50% sul 2020. La domanda non manca. E infatti ci sono territori d’Europa che vivono grazie alla coltivazione dei fiori. Perché non farlo anche noi con le nostre specificità e magari elaborando un progetto del tutto originale?
Quando pensiamo ai fiori ci sovvengono alla mente i paesaggi della Provenza oramai diventati iconici. A livello commerciale il peso di un player come l’Olanda, da sempre forte su questo mercato (ma come ci insegna la storia non esente da crisi), è ingente. In Italia associamo il mercato dei fiori principalmente alla Liguria con Sanremo che la fa da padrone. Territori che grazie ai fiori, (lavanda tulipano ecc.), sono conosciuti e riconosciuti nel mondo.
È interessante notare come intorno alle produzioni vere e proprie di fiori si siano sviluppate, inoltre, delle economie turistiche che completano e arricchiscono il ciclo economico. Per fare un altro esempio in linea con quest’ultimo passaggio citiamo la fioritura di Norcia che ogni anno attira migliaia di appassionati e curiosi con enorme beneficio per le economie locali. È superfluo citare quanti turisti attiri la Provenza nella stagione della fioritura della lavanda.
Certo è che il valore di fiori e piante non si limita soltanto ai vantaggi sopradescritti. Ogni essenza può servire per le più svariate produzioni di cosmesi: non solo vendita dei fiori, non solo turismo legato ai fiori ma anche altre produzioni ad esse legate. Anche per questo parlare di economia dei fiori è accennare ad opportunità economiche solo lontanamente sondate ma che meritano di essere approfondite.
Fino ad oggi la nostra Regione, le Marche, non ha colto questa opportunità di crescita. Le potenzialità per essere un punto di riferimento nel settore ci sono. Il territorio marchigiano ha al suo interno vasti territori attualmente non utilizzati che potrebbero, se coltivati e soprattutto se coltivati in un modo innovativo, servire per determinate la produzione di determinate specie di fiori. Da questa certezza si innesta la visione della nostra azienda che ha deciso di supportare un progetto unico a livello italiano.